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«Eravamo alla metà dell'anno 1942. Anno nero di fame, anno rosso di sangue, anno bianco di neve, anno livido di geloni. A settembre sono ancora a Gaza Petovhoka e ho una bella sorpresa. A un certo punto compare davanti a me un mio compaesano, Pierino Monni, il cacciatore di lepri e conigli. Aveva con sé una borraccia di vino diventato un pezzo di ghiaccio». Giacomo Mameli dà voce in queste pagine ai senza-parola, ai "vecchi ragazzi" della seconda guerra mondiale, protagonisti di una epopea tra le più tragiche della nostra storia contemporanea.